Il ruolo del silenzio

Quando si parla di comunicazione e di linguaggio si parla di simboli che acquisiscono un significato in un contesto sociale. Simboli che acquisiscono un senso e che ci permettono di parlare della realtà. Nel gioco del linguaggio che ruolo può e deve avere il silenzio? Ci ha aiutato a rispondere a questa domanda Salvatore Natoli in occasione di un incontro organizzato a Reggio Emilia, presso il Teatro Municipale Valli.

In occasione del percorso di Filosofia a Teatro organizzato presso il Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia, abbiamo posto al Professor Salvatore Natoli, ordinario di filosofia teoretica presso l'Università degli studi Milano Bicocca, la domanda "Nel gioco del linguaggio, quale ruolo per il silenzio?".

L'uomo si trova immerso nel linguaggio fin dalla sua nascita, il linguaggio precede l'uomo e gli permette di dare un senso alle cose che accadono, poichè attraverso il linguaggio l'uomo abita l'essere. Se le cose non accadono nel linguaggio è come se non esistessero, il linguaggio ha il grande potere di evocare la realtà. Ma se questo è vero, anche il silenzio può essere linguaggio?

Natoli risponde evocando tre modi di espressione del silenzio. Il silenzio dell'arte, primo grande silenzio carico di senso, di meraviglia e per questo motivo, silenzio di espressione. L'arte non parla attraverso parole, ma mostra uno sguardo di luce sul modo, fissando un momento ed un significato.

Il silenzio dell'ascolto, quel silenzio che permette all'altro di parlare e permette a chi ascolta di comprendere, è il secondo modo del silenzio che partecipa al linguaggio in modo cooperativo, in una danza di complementarietà, che ci permette di colmare il vuoto che ci separa.

Il terzo modo del silenzio infine è il silenzio dell'interiorità. Questo silenzio ci permette di dubitare delle nostre certezze, di sospendere il giudizio, di riflettere sulle parole dette e su quelle che vorremmo dire, di frenare la corsa delle parole che si susseguono a volte in modo incontrollato. Il silenzio interiore è lo spazio necessario da coltivare affinchè il nostro linguaggio sia radicato nella realtà, quella più profonda dell'anima.

Quindi sì, ci dice Natoli, il silenzio ha una posizione di privilegio nella comunicazione. Il silenzio come assenza e vuoto assoluto non esiste, nel silenzio è la realtà che parla.

 

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Commenti: 1
  • #1

    C. M. Russo (lunedì, 20 febbraio 2017 01:12)

    Da quale opera è tratta la citazione di Ortega y Gasset?